A Visinale, una frazione di Pasiano di Pordenone, sorge una villa tra le più antiche del Friuli occidentale, completata nel 1542 dalla famiglia veneziana dei Cavazza, di origine bergamasca ma impegnata in attività diplomatiche a Venezia.

Nel 1643 la proprietà della villa, ancor oggi abitata dagli ultimi eredi, passò ad una nobile famiglia dell’aristocrazia veneziana: i Querini di Candia del ramo di Santa Giustina. Questa famiglia già da tempo maturava interessi nelle zone venete, come testimoniano i rapporti commerciali inerenti il magazzino di sale presso il porto di Portobuffolè.  I Querini Stampalia erano una famiglia stabilmente presente da più di un secolo sull’isola di Candia; successivamente, decisero di riconvertire i loro capitali lontano dall’Oriente in sicure proprietà agricole situate in terraferma veneziana, sulla sponda trevigiana del Livenza tra Motta e Oderzo, fino ad arrivare a Visinale.

Appartenente alla famiglia fu Pietro Querini, patrizio veneziano e membro del Maggior Consiglio della Serenissima. Egli è storicamente ritenuto importatore in Italia dello stoccafisso in quanto, a seguito di un naufragio di cui fu vittima nel 1431, approdò fortuitamente in Norvegia. Qui apprese le tecniche di pesca e di conservazione dello stoccafisso che promosse e diffuse una volta ritornato in terra veneta.

Nel 1720 la villa fu completamente ristrutturata ed ampliata dai Querini con diversi interventi che, nel complesso, le conferirono l’attuale struttura; in quel frangente si predispose la modifica della facciata per darle una maggiore monumentalità, l’ampliamento dell’ala ovest nel ‘700 – a cui seguì quello dell’ala est, nell’ 800 – e la costruzione di una chiesetta dedicata ai SS. Pietro e Paolo, la quale riporta una meridiana affrescata.

L’intera villa è circondata da un muro di cinta ornato da pregevoli statue settecentesche. Davanti al palazzo restano, a memoria, alcune statue decapitate per mano dei tedeschi durante l’occupazione della Prima Guerra Mondiale.

L’attuale residenza, così ristrutturata, fu successivamente di proprietà della famiglia del Commendatore A. d’Agostino, rinomato economista e banchiere, che la conservò fino ai primi anni del XXI secolo. La casa fu nel tempo frequentata da personaggi storici, amici dei proprietari, diventando luogo di ritrovo per celebri occorrenze.

La tradizione vuole che la villa abbia ospitato anche Gabriele D’Annunzio, il quale, nel corso delle sue imprese aviatorie, avrebbe qui coniato il motto “Eia, eia, alalà”.

Recentemente, la famiglia Sanarica, con esperienza ultratrentennale nel settore alberghiero e della ristorazione, ha rilevato la proprietà dell’ala ovest con l’idea di adibirla a struttura ricettiva, realizzando una Residenza d’Epoca. Il progetto ha permesso di far rivivere una porzione di villa, la quale, disabitata da diversi anni, sarebbe stata altrimenti destinata a sopravvivere ad un grave stato di abbandono. Nel 2017 sono stati completati i lavori di restauro, sotto la supervisione della Soprintendenza delle Belle Arti della regione Friuli Venezia Giulia. Nel progetto è stato predisposto il recupero dei tre piani della struttura, realizzando la residenza privata e le camere per gli ospiti, permettendo così di vivere l’antica bellezza recuperata attraverso la condivisione di spazi comuni.

E’ attualmente inserita nel catalogo dell’Istituto Regionale Ville Venete.